Sogni e Desideri: Un'intervista con Alessandro Casagrande

Alessandro Casagrande è un fotografo che vive a Milano, dove ha anche studiato all'Istituto Italiano di Fotografia. Fin da bambino è sempre stato affascinato dalla fotografia e negli anni è diventata un modo per comunicare le sue idee e immortalare i sogni e i desideri. In questa intervista, Alessandro ci svela quali sono i vantaggi nell'essere un fotografo su pellicola e in che modo la fotografia analogica ha cambiato la sua vita per sempre.

Ciao Alessandro! Benvenuto sul nostro magazine! Su cosa stai lavorando al momento? E cosa scatena la tua ispirazione?

Sto lavorando a un nuovo libro fotografico e pubblicherò una nuova rivista di fotografia e arte a settembre. Non posso scendere nei dettagli ma sarà qualcosa di veramente speciale. Mi sto concentrando su questi due progetti e le mie ispirazioni provengono direttamente da ciò che faccio.

I libri sono sempre un modo per accedere alle sensazioni che provo rispetto a ciò che mi circonda e ciò con cui voglio comunicare. Mi danno l'opoprtunità di concentrarmi sui miei pensieri e capire meglio ciò che mi piace.

So che sei nato a Caracas, in Venezuela, ma per la maggior parte della tua vita hai vissuto in Italia. Quando hai realizzato che la fotografia era qualcosa a cui volevi dedicarti?

Ho sempre vissuto in Italia – Sono nato a Caracas ma ci siamo trasferiti in Italia quando avevo solo due mesi e sono ritornato soltanto una volta in vacanza quando avevo dieci anni. Non ho passato tempo a sufficienza in Venezuela ma ho dei ricordi fantastici sul mio paese di origine. A proposito della fotografia, ho capito che era qualcosa che amavo abbastanza presto. Mio padre aveva una collezione di fotocamere vintage 35mm che poi ho ereditato.

Da bambino ero affascinato da quegli oggetti perciò mi ha insegnato a usarli e mi ha regalato la mia prima fotocamera. Da quel momento non ho mai smesso, e fotografo soprattutto i miei amici, la mia famiglia e i viaggi. La fotografia è sempre stata un divertimento e lo è tuttora.

Che cosa rappresenta per te la fotografia? In che modo è cambiata la fotografia da quando hai iniziato a scattare?

La fotografia per me è un modo di comunicare, di creare sogni e desideri, paure e malinconie attraverso i ricordi e le fantasie. A volte penso che la mia mente potrebbe scoppiare senza. Ho bisogno di qualcosa per esprimere me stesso. Scrivo e dipingo per lo stesso motivo. Con la fotografia posso catturare i momenti, la luce e le ombre per creare qualcosa che in un modo o nell'altro ci permetterà di viaggiare poi con la mente.

Da quando ho iniziato a fotografare la mia vita è cambiata perchè ho cominciato a viaggiare di più. Non sto mai più di tre o quattro mesi nello stesso posto. È elettrizzante e ti riempe di esperienze - nuovi posti, nuove persone, culture differenti... le ispirazioni e le idee fioriscono. Allo stesso modo, mi manca la sensazione di sentirmi a casa.

Che cosa ti ha spinto a utilizzare la pellicola? Quali sono i vantaggi nell'essere un fotografo del genere?

Mi sento molto libero lavorando con la pellicola. Mi piace perchè è istintiva. Non vado molto d'accordo con le fotocamere digitali, per me distraggono troppo con tutti quei pulsanti e lo schermo che ti permette di controllare costantemente il risultato dell'immagine. Scattare su pellicola è bellissimo perchè è autentico. L'intero processo di scattare/sviluppare/scannerizzare è come un rituale, ti fa innamorare del tuo lavoro.

Puoi dirmi qualcosa di più a proposito del processo creativo dietro il tuo lavoro fotografico? Che cosa ti ispira maggiormente?

La luce è ciò che mi ispira. Credo che possa essere interpretata da ciascuno in un modo differente e ci dà l'opportunità di esprimere noi stessi in modo naturale. Utilizzo la luce naturale per le mie immgini perchè la sua bellezza mi sorprende di continuo e mi dà nuovi impulsi creativi. Amo la luce perchè rivela ciò che vuoi mostrare e nasconde ciò che vuoi oscurare. La tua fragilità, la tua intimità, ciò che a volte non ci va di mostrare. Il mio lavoro riflette sempre lo stato della mia mente, il quale è solitamente sognante e nostalgico, ma non facile da descrivere.

Oltre a essere un fotografo sei anche un pittore. In che modo continui a lavorare in entrambi i settori?

Ho ripreso in mano la pittura recentemente, da quest'anno. Ho avuto una lunga pausa. La fotografia mi ha preso la maggior parte del tempo negli anni passati e poichè viaggiavo così spesso non avevo quasi mai l'occasione di dipingere. L'ultima serie che ho realizzato è del 2013 – Quest'anno vivo tra Milano e Los Angeles e finalmente posso di nuovo concentrarmi sulla pittura. Sto proprio lavorando su qualche nuova serie.

Utilizzi i tuoi dipinti come ispirazione per le tue fotografie, o viceversa?

Per ora è viceversa. Per una serie di collage su tela ho utilizzato alcune delle mie fotografie. Il dipinto veniva alla luce mentre selezionavo le immagini – ma i processi creativi dietro la fotografia e la pittura sono per me molto diversi e quello dietro a un quadro è molto più complicato da spiegare. La maggior parte del tempo, mentre dipingo, non penso a nulla perchè per me dipingere è solo un altro modo di pensare.

Possiamo sapere qualcosa in più sul libro “Dentro”? Qual è stato il processo, dalla raccolta di idee fino a trasformarle in un vero libro?

Il libro è nato per caso e in modo naturale. Non avevo pensare di fare un libro... all'inizio stavo solo fotografando la mia intimità. Era il mio modo di fermare gli istanti che sarebbero andati perduti senza una fotocamera. L'idea di fare un libro è venuta dopo quando ho cominciato a guardare tutte le immagini insieme. Era la rappresentazione perfetta della mia evoluzione, personale e artistica.

La mia estetica si evoluta parecchio durante il tempo che ho dedicato alla creazione di “Dentro”. Dal momento che stavo documentando qualcosa di così personale, mi ha aiutato a connettermi di più con i miei sentimenti. Ho imparato a essere più attento ai piccoli dettagli e alla narrazione di storie.

Un giorno tipico nella vita di Alessandro Casagrande? Che cosa possiamo aspettarci da te in futuro?

Non dormo molto e mi sveglio molto presto – caffè e musica sono le prime cose di cui ho bisogno. Durante il giorno non mi piace programmare a meno che non sia proprio necessario, ma preferisco fare ciò che mi sento sul momento. Cosa possiamo aspettarci? Non vedo l'ora di vedere che cosa ha in serbo per me il futuro!


Tutte le immagini utilizzate in questo articolo sono state autorizzate da Alessandro Casagrande. Se vuoi vedere altri suoi lavori, seguilo su Instagram e visita il suo sito.

written by Ivana Džamić on 2017-04-14 #people

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