The Females Sanctuary
2 7 Share Tweet"... si parla di "Ninfe", di "Eros" e "Afrodite", della meditazione di "Atena" e... " Uno shooting coinvolgente e impattante. Dietro ogni scatto si cela un'emozione nuova, ricca di contrasti e di sfumature che faranno riscoprire un'intimità tutta al femminile. Sarà la fotografa Ludovica De Santis aka Kamisalak a raccontarci di questo viaggio.
Ciao Ludovica, è un piacere averti qui con noi! Ti andrebbe di presentarti alla nostra community?
Ciao, mi chiamo Ludovica ma come fotografa ho uno pseudonimo: kamisalakphoto . E' cominciato tutto come uno scherzo, non mi aspettavo di doverlo conservare nel tempo, e invece è andata così. Ah, e il mio pseudonimo non vuol dire nulla, se ve lo stavate chiedendo.
Quando hai scoperto la fotografia? E’ stato subito amore?
Il mio percorso è stato più cinematografico che fotografico. Nonostante ciò la fotografia mi ha sempre accompagnata sebbene si sia guadagnata il posto come mio primo mezzo di espressione da qualche anno a questa parte.
Con quale fotocamera hai realizzato i tuoi primi scatti?
Penso con un'usa e getta che quindi dentro dovrebbe avere un rullino kodak a 800 ISO.
Di recente hai realizzato un bellissimo shooting monocromatico “THE FEMALES SANCTUARY”. Ti andrebbe di raccontare il processo creativo che ti ha accompagnato per la realizzazione?
Era da poco venuta a mancare la mia nonna materna e un giorno ci siamo ritrovate in quella casa senza di lei. Nello shooting c'è un misto di gente, zie, nipoti e amiche. Si è creata subito un'atmosfera intima, quasi commemorativa. In qualche modo era come stessimo celebrando uno spazio appartenuto a un'altra vita. Abbiamo condiviso momenti diversi, da quelli più ilari a quelli più introspettivi, insieme, o separatamente.
Ma il posto rimaneva lo stesso e in qualche modo si faceva santuario di una commemorazione inconsapevole seppur sentita. Così ho cominciato a fotografare il momento e rivedendo gli scatti, mi ha stupito quanto sia emersa un certo tipo di intima, complice e profonda aggregazione femminile. Per questo ho deciso di intitolare la serie " The Females Sanctuary".
Con quale fotocamera hai realizzato i tuoi scatti? E quale pellicola?
Per la camera, ho usato una Bessa con un'ottica 35mm e una Nikon f60 con un ottica mobile 70-300mm. La pellicola un T-Max in bianco e nero a 200 ISO.
Ti andrebbe di raccontare i tuoi scatti?
Agli scatti mi sono sentita di dare dei titoli che rimandassero a un contesto mitologico preciso, in questo caso di derivazione greca. Proprio perché l'atmosfera commemorativa faceva di quel pomeriggio una sorta di rituale, le donne ritratte hanno acquisito subito sfumature divine. Per questo si parla di "Ninfe", di "bagno delle Ninfe", di "Eros" e "Afrodite", della meditazione di "Atena" e altro.
Come vedi il rapporto tra la fotografia analogica e quella digitale?
Penso siano due cose completamente diverse. Mi piacciono entrambe, non credo che nessuna delle due sia migliore dell'altra. Esistono difficoltà diverse per entrambi i mezzi.
Io personalmente mi diverto di più con l'analogica per un fatto di pura curiosità. Non so cosa succede e questo non mi annoia mai.
Quali altri progetti ci dobbiamo aspettare per il futuro?
Ancora tante cose, ma si tratterà sicuramente di progetti con un approccio e un'impronta più fotogiornalistica.
Qual è la citazione che ti accompagna come un mantra nella vita?
Oddio, non credo di averla. Ma se proprio dovessi sforzarmi di trovarne una sarebbe:
"è meglio essere uccel di bosco che uccel di gabbia".
Continua a seguire Ludovica De Santis e i suoi progetti sulla sua pagina Instagram kamisalakphoto
2019-05-17 #news
2 Comments