La prima volta

All’inizio c’erano i giornaletti e le videocassette mooolto esplicite. Poi c’era quello più grande di te, andavi a chiedere, con un po’ di imbarazzo, qualche basilare consiglio.

Così inizi a documentarti da solo su questo universo a te sconosciuto, di cui ne hai sentito parlare vagamente ma con accenti rimarcati su alcuni particolari.

Questi particolari, seppur semplici e del tutto scontati, prendevano forma nella tua mente seguendo i racconti degli altri. Un giorno, prima o poi, anche tu avresti vissuto quell’esperienza, la tua prima volta.

Poi è arrivato internet, hai ingozzato la tua fantasia con quante più storie, esperienze altrui, possibilità infinite tanto che non riuscivi più a trattenerti.

Ma da solo non potevi far nulla, non eri in grado di mettere in pratica quei consigli acquisiti indirettamente, centellinati da ore di chiaccherate a bassa voce, di nascosto.

Fino a quando una serie di eventi e conoscenze, legati allo svanire della timidezza nel tempo, ti hanno portato d’avanti a lei.

Si chiamava Diana.

E’ stata la tua prima volta, l’eccitazione del momento indimenticabile.
Era tutto pronto, quasi perfetto. 36 pose interminabili. Il primo rullino da 35mm insieme ad una Diana+ munita di Ringflash e Dorso35mm.

Giornata carica di sole, era Domenica mattina e in paese venivi accolto da occhi curiosi, pettegoli. E tu (clic) fermavi il tempo per chiunque.

Ogni oggetto, ogni soggetto era un potenziale modello.
Vedevi particolari fantastici ovunque. Cose che un giorno prima consideravi banali.

(clic) (clic)

Presentavi Diana ai tuoi amici, alcuni diffidenti. “E’ un giocattolo” le loro sentenze.

(clic)
Ricordavi a memoria tutti i concetti e consigli appresi su internet, giornali e guru.
(clic)
Ogni tanto ti chiedevi se avevi avvolto o no la pellicola. Lo chiedevi anche agli altri, “ma dopo la foto ho caricato?” mai sia una fotogramma esposto due volte!
(clic)
Messa a fuoco sbagliata
(clic) (cric-cric) (clic).

Pinhole.

(clic)
Rullino finito.

Primo laboratorio fotografico a portata di mano.
“Voglio solo i negativi, pellicola intera senza tagli”. Si come no! “Passa Martedì”
E puntuale come non mai, Martedì sei lì che torni a casa con i tuoi negativi. Tagliati.

Scanner piano retroilluminato per negativi non è un tuo lusso.
Opti per il rudimentale negativo controluce e foto con una macchinetta digitale “presa in prestito” da tua sorella.

Perdi un pomeriggio intero a capire come far uscire i colori da quel bicromatico arancione-nero. Ti accontenti del primo risultato mediocre.

E resti un po’ sconcertato nel notare foto che non hai mai fatto, o che hai fatto pensando di fotografare tutt’altro. Poi appare lei, non te l’aspettavi, sicuro di aver sempre girato dopo ogni scatto la rotellina per far avanzare la pellicola al prossimo fotogramma. Una multi-esposta.
E ti piace, molto più di tutte le altre.

Provi a ricordare quel momento, rivivi quegli attimi, ti rendi conto che ti eri dimenticato della rotellina.

Monti su il rullino nuovo.

(cric-cric-cric)

(clic)

written by nondove on 2011-03-27